I termini della questione sono molto complessi. Alla SACEM (società di collecting francese), in virtù di uno speciale statuto per gli improvvisatori (al quale si deve fare specifica domanda per essere ammessi), ai musicisti viene riconosciuta in automatico una quota quando in concerto improvvisano su opere preesistenti. In Italia ciò non avviene, ma ai sensi dell'Art. 2 comma 2 della legge 633 del 1941 ("Legge sul diritto d'autore") che recita: "Sono comprese nella protezione: (...) le variazioni musicali costituenti di per sé opera originale", possiamo affermare che anche le improvvisazioni e gli arrangiamenti che traggono spunto o ispirazione da opere preesistenti (gli standards, come da prassi nel jazz), purchè presentino caratteristiche di "novità" e di una pur minima "originalità", sono compresi nella tutela prevista dalla legge.
Ricordiamo che il jazz è una "performer's art", il "testo" nasce nel qui ed ora della creazione-performance, si forma attraverso il complesso intreccio energetico del corpo e del gesto del musicista stesso con gli altri e con l'ambiente, ed esso non coincide mai con i testi pre-scritti da altri autori. Da qui l'esigenza di considerare anche l'opera d'arte estemporanea come oggetto degno di tutela ("autorialità dell'improvvisazione").
L'originalità di cui parla la legge non è una questione di gusto artistico o di pertinenza stilistica. Un'opera per essere tutelata deve avere un grado di originalità anche minimo. L'autore si deve essere sforzato di trasferire nella sua creazione un'impronta personale. La stessa deve inoltre possedere anche un carattere di "novità" (tra gli elementi essenziali e caratterizzanti). Le improvvisazioni su strutture armoniche di standard, riteniamo possano avere i requisiti di base, purchè non siano palesi riproduzioni di altrui improvvisazioni, e non ci sia un uso preponderante di "pattern" e di "lick" jazzistici facenti parte del lessico comune. Consigliamo perciò di inserire nella Library solamente le vostre migliori improvvisazioni, nelle quali identificate il vostro specifico linguaggio musicale e la vostra espressività. Stesso discorso vale per gli "arrangiamenti" orchestrali: non è depositabile una riarmonizzazione di un tema con pochi elementi originali. È essenziale che il lavoro sia un vero e proprio sviluppo formale, un susseguirsi di invezioni e variazioni dotate di originalità, pur ispirate inizialmente da una melodia preesistente.
Se la nostra attività musicale è basata principalmente sul suonare e reinterpretare standards e altre composizioni celebri, tutti i diritti pagati dal locale/club/festival ecc., andranno unicamente agli autori e agli editori di tali brani. Ciò anche se dopo l'esposizione del tema improvvisiamo per un lungo lasso di tempo, esprimendo tutta la nostra creatività. Noi crediamo che questa sia, in realtà, una sorta di "servitù" storicamente consolidata nei confronti delle opere "scritte" e "tangibili", ed è quindi contraria allo spirito di libertà insito del jazz. La soluzione, al momento, è perciò quella di "fissare" le nostre (migliori) improvvisazioni, dare loro dei titoli, ed elencarli nel "programma musicale" (borderò) dopo il titolo dello standard enunciato/interpretato/citato ... (siamo propensi ad abolire l'espressione "esecuzione" nelle arti estemporanee). Un procedimento simile è stato adottato anche da innovatori del jazz moderno, come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Charles Mingus, e tanti altri, attraverso la creazione dei cosiddetti "jazz contrafacts", improvvisazioni e creazioni tematiche su strutture armoniche preesistenti registrate come nuove opere (ad es.: Donna Lee, Dexterity, Groovin' High, In Walked Bud, Oleo, Ornithology, ...).
La stessa problematica esiste in realtà in qualsiasi genere musicale. Anche i grandi compositori classici rielaboravano temi preesistenti (sia di altri autori, che popolari), eppure ognuno ha saputo dare la propria inconfondibile impronta. Ancora più forte il problema esiste nella popular music più commerciale, nella quale i canoni di orecchiabilità e l'esigenza di rendere immediatamente fruibile il prodotto alla massa, restringono di molto le possibilità creative rispetto alle musiche "d'arte". Quante canzoni si somigliano tra loro? Eppure i plagi veri e propri non sono così frequenti. Non sono sufficienti a far dichiarare il plagio, quindi, assonanze motiviche, citazioni tematiche, o anche parziali identità melodiche. La sezione copiata (o coincidente) dovrebbe occupare una considerevole parte, e dovrebbe essere caratterizzante dell'intero brano. Tornando alle improvvisazioni, perciò, il plagio potrebbe sussistere unicamente qualora un'ampia parte del chorus fosse uguale ad un'altra. La citazione e la reminescenza, non costituiscono, di norma, plagio in musica.
La tua improvvisazione, se non è già depositata come opera presso una qualsiasi collecting, potrà essere depositata (su supporto audio o spartito) dalle nostre edizioni musicali, dietro tua richesta e col titolo da te indicato. Se la creazione nasce durante una esibizione pubblica, potrai programmare sul borderò il titolo di fantasia dell'opera (anche se ovviamente ancora non depositato), preoccupandoti di regolarizzare il deposito al più presto. È anche possibile che l'opera, nata come improvvisazione, o pensata come fac-simile di una nuova improvvisazione, diventi un giorno un vero e proprio tema (vedi i "jazz contrafacts"). Analogamente, per gli arrangiamenti originali potrai adottare lo stesso sistema. In questa fattispecie, molto probabilmente tema preesistente e materiale orginale si fondono in una tessitura complessa e polifonica. Essenziale è escludere dallo score ogni parte non originale (ovvero composta da altri autori).
No, noi abbiamo indicato una strada, un approccio che può essere intrapreso anche autonomamente. L'utilità della Library sta soprattutto nella visibilità, nel far parte di una comunità di studio, e quindi anche nella possibilità di vedere suonati i propri soli da musicisti in tutto il mondo ...
Sicuramente ha senso condividere le proprie canzoni col resto del mondo. A livello di royalties, se nulla cambia in relazione alle tue esibizioni live (perchè programmare solamente proprie composizioni assorbe le possibilità di collezionare diritti), il fatto che altri musicisti possano suonarle, può incrementare considerevolmente i tuoi guadagni e la tua popolarità artistica.
No, perchè per ragioni di copyright non si possono pubblicare, nè tantomeno registrare presso società di collecting, melodie preesistenti e già tutelate. Dovrai quindi, necessariamente, tagliare l'audio in maniera appropriata ad escludere ogni elemento sonoro estraneo alla tua creazione originale.
No, per le stesse motivazioni di cui sopra. L'arrangiamento tutelabile, è lo sviluppo formale con parti create ex-novo, inclusi "special", backround e quant'altro, anche contenente eventuali piccole citazioni motiviche purchè integrate all'interno di una vera e propria invenzione musicale. Nella partitura da caricare, sarà perciò da eliminare ogni melodia già composta, edita e tutelata. Sul programma musicale andranno inseriti, anche in questo caso, il titolo e il compositore della song arrangiata, e, su altro rigo, il titolo dell'arrangiamento costituente nuova opera del quale sei autore.
Le registrazioni originali dei dischi sono sempre e comunque di proprietà di terzi soggetti. Non possiamo dunque disporne a piacimento. È sempre importante, anzi essenziale, citare l'artista improvvisatore nella trascrizione del solo (rispettando così la paternità della creazione), incluse le fonti discografiche.
Ribadiamo che in ogni caso si può contribuire pubblicando trascrizioni accurate di assoli storici. Per quanto riguarda le strutture di riferimento per le opere originali, in questa fase preferiamo pubblicare soli basati su brani che appartengono in qualche modo alla storia del jazz, pur nelle sue molteplici evoluzioni. Contattaci e valutiamo insieme di caso in caso.
Certo, abbiamo pensato a questa eventualità, attraverso la seconda modalità di partecipazione. Sei proprietario delle tue opere, le puoi preventivamente tutelare attraverso un servizio di marcatura temporale, e puoi diffonderle e farle conoscere attraverso la nostra Library.